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giovedì 23 maggio 2013

Addio a Don Andrea Gallo.

Addio Don Gallo, prete comunista che per amor di Chiesa non mangiava i bambini.
Addio combattente dei più deboli, che amavi tanto i gay, ma eri solo perché non ti si filava nessuno, per colpa della tua vecchiaia.
Addio rivoluzionario della CGIL, che con le tue dolci parole hai cercato di difendere gli esodati, i frustrati e malpagati, ma non è servito un cazzo.
Addio Don Gallo, con la tua morte gli abitanti di Genova dovranno mettersi la sveglia.
Addio Don Gallo, per la Lega finalmente hai abbassato la cresta.
Addio compagno camerata sovietico, insegna agli angeli a raspare a terra rinnegando per tre volte di non aver cantato prima che San Pietro rinnegasse Cristo.
Addio Don Gallo, i muratori ringraziano il cielo: i muri non crolleranno più.
Addio, caro compagno, che giustamente difendevi l'uso dei preservativi perché non volevi beccarti certe malattie.
Addio, fumatore assiduo di sigari. In tua memoria il Monopolio di Stato deciderà se sarà opportuno arrotolarti e aromatizzarti, anziché seppellirti.

REQUIESCAT IN SOVIET 

martedì 26 febbraio 2013




La satira, non ha colore politico. Quella vera non deve mai denigrare un partito, un movimento o chicchessia per favorire un altro. La satira non deve fare altro che mostrare le contraddizioni della politica stessa e della società in cui viviamo. Se si fa solo satira "di parte", essa si snatura proprio della definizione di satira e va a confluire nel più becero sfottò contro qualcuno.
Il punto è, purtroppo che la satira in Italia ha smesso di far ridere da un pezzo, poiché la politica stessa, con i suoi atteggiamenti e con i suoi esponenti ha messo la freccia a sinistra e ha superato di gran lunga la fantasia. Oggi vediamo comici che fanno i politici, politici che si credono seri e fanno i comici.

Citando Wikipedia:
La definizione di satira va dettagliata sia rispetto alla categoria della comicità, del carnevalesco, dell'umorismo, dell'ironia e del sarcasmo, con cui peraltro condivide molti aspetti:

-con il comico condivide la ricerca del ridicolo nella descrizione di fatti e persone,
-con il carnevalesco condivide la componente "corrosiva" e scherzosa con cui denunciare impunemente,
-con l'umorismo condivide la ricerca del paradossale e dello straniamento con cui produce spunti di riflessione morale,
-con l'ironia condivide il metodo socratico di descrizione antifrasticamente decostruttiva,
-con il sarcasmo condivide il ricorso peraltro limitato a modalità amare e scanzonate con cui mette in discussione ogni autorità costituita.

Prendiamo il caso di Grillo e i grillini.
Grillo ha guadagnato un sacco di soldi, facendo spettacoli in tutta Italia e estero proprio grazie alla sua satira pungente. Ma guai a fare satira su Grillo! Se lo fai, sei servo della casta, servo dei poteri forti e non capisci un cazzo!
Anche se fai satira su Berlusconi, almeno in Italia, non va bene, altrimenti sei complice degli alieni comunisti che mangiano i bambini come in una fiaba di Hansel e Gretel. In questo caso sei una strega.

E se fai satira sulla sinistra? Succede che sei schiavo di Berlusca, che sei un fascista, che non ti sta a cuore il popolo italiano ecc...

Io personalmente "me ne frego", vado "avanti per il popolo, alla riscossa" e mi lavo i vestiti con la "biowashball". Cazzo, quella macchia di sborra sulle mutande non si è tolta. Fottuta biowashball!

lunedì 28 gennaio 2013

Grammar Nazi. Ovvero il cancro del web 2.0




Il Grammar Nazi è comunemente detto un animale visionario che puntualmente svia le discussioni serie nate sui blog, sulle chat di facebook o sui forum facendo notare gli errori grammaticali altrui. In poche parole è un cancro ai coglioni.
La lingua, la sintassi e la grammatica è giusto che vadano preservate ed è anche giusto che chi commette degli errori mentre digita tasti a caso sulla tastiera, prima di premere quel fottuto tasto "Invio" è pregato di rileggerne il contenuto, affinché il testo scritto sia di facile comprensione.
Il Grammar Nazi svolge bene il suo lavoro, laddove si trova davanti una carenza di forma nelle parole, ma il suo di errore, sta nel non tenere conto che a volte ci possano essere errori di battitura, dovuti alla velocità di digitazione dei tasti. È da sostenere, invece, quando ci troviamo di fronte all'ignorante che con la sindrome da linguaggio delle scimmie, sbaglia le doppie, digita virgole a caso e usa "K" e "X" al posto delle belle "C" e "PER". Anzi, il Grammar Nazi è fortemente autorizzato ad insultarlo e pestarlo forte sulle falangi con qualsiasi dizionario che si ritrova in mano.

Dunque, cosa farne dei Grammar Nazi, bisogna sostenerli o prenderli a calci sulla quinta e sesta vertebra?
Entrambi i casi.

Il Grammar Nazi diventa un vero cancro, peggio di un troll, quando ti fa notare errori che a volte sono voluti per fini umoristici, quando ci si dimentica una virgola o un punto, mentre si sta discutendo su un qualsivoglia argomento, facendosi bello davanti agli'occhi della gente sulla sua padronanza dell'idioma, senza però accorgersi che è solo un idiota. Sì, è un'idiota allo stato puro perché non sa che nell'internet vige l'anarchia e lo scrivere "volutamente" sbagliato è una forma d'arte.

"Gloria e merito di alcuni è scrivere bene; e di altri non scrivere affatto." (Jean De La Bruyère)